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Crediamo che lo “spazio pubblico” non possa più essere pensato come spazio del pubblico (Stato, Comune, Municipalità, …), bensì come luogo concepito come proprio dalla comunità, spazio di relazioni e di vita delle persone che frequentandolo gli danno vita. Gli spazi pubblici assumono senso nel momento in cui gruppi di cittadini si mobilitano sulla base della volontà di dar loro un significato ben preciso. La domanda che ci siamo posti è se intrecciando il tema della vivibilità e della gestione degli spazi pubblici con quelli dell’economia solidale sia possibile individuare una struttura caratterizzata da continuità, autonomia e autosostenibilità. L’idea è provare a partire da pratiche quotidiane necessarie a ciascuno di noi ma che siano capaci di incrinare la certezza sulla giustezza dell’attuale sistema economico: costruire un luogo fisico dove le dimensioni umane (fisica, affettiva, intellettuale, spirituale e sociale) abbiano la possibilità di reincontrarsi in sé e con gli altri in modo da costruire un luogo simbolico che possa diventare appuntamento cercato perché piacevole ed interessante. Gruppi di acquisto solidale (Friarielli, Piedi per la terra), associazioni e cooperative (Canto Libre, WWF, ‘E Pappeci, Ya Basta, Masaniello, SCEC, Comitato flegreo, Marco Mascagna, Mammamà, Coordinamento Parco sociale Ventaglieri, MeetUp, Federconsumatori, Giuseppe Aiello per Urupia e Nautilus), produttori agricoli (coop sociale Fuori di Zucca, Azienda Corrado, azienda Emilio Mirabella, azienda agricola Casa Scola), produttori artigianali (Freebanc, Giococcio, Fabrizio Corbo) hanno dato origine ad un tavolo condiviso e paritetico (chiamato tavolo DES) che sta progettando la realizzazione delle Piazze dell’economia solidale attraverso le quali presentarsi ai cittadini ed alle associazioni varie, che invitano a costruire con loro una rete napoletana di economia solidale, con l’occupazione di spazi pubblici che possano diventare luoghi di incontro dove trovare:
Altro elemento caratteristico delle piazze, scelto dagli attuali partecipanti al tavolo DES, è che esse si svolgono in luoghi dove operano comitati di quartiere e che, ripetendosi con regolarità nello stesso luogo, possano introdurre una ritualità che consente da un lato ai comitati di approfondire la relazione con il territorio e dall’altro ai cittadini di avere la certezza dell’esistenza di un luogo “confortevole” dove fare anche la spesa. Il Tavolo DES |
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